Palazzo di Monte
Fu residenza privata della famiglia Di Monte prima di passare all'Amministrazione Comunale.
Attualmente è la sede civica della città, ospita gli Uffici Comunali e la Sala del Consiglio. Nel corridoio al primo piano è esposta la Quadreria Comunale con i ritratti di savinesi illustri e di membri delle famiglie regnanti di Toscana.
Attualmente è la sede civica della città, ospita gli Uffici Comunali e la Sala del Consiglio. Nel corridoio al primo piano è esposta la Quadreria Comunale con i ritratti di savinesi illustri e di membri delle famiglie regnanti di Toscana.
Nel Chiostro interno o nell'ampio giardino pensile posto sul retro, si celebrano i matrimoni civili. Collegato al giardino si trova anche un piccolo Teatro all'aperto utilizzato per molte manifestazioni
La costruzione fu voluta dal cardinale Antonio Di Monte e affidata – come riferisce anche il Vasari - nel 2° decennio del sec. XVI ad Antonio da Sangallo il Vecchio cui si devono il disegno della facciata e l’impianto planimetrico. Il cortile interno e la parte posteriore del palazzo, che si affaccia sul giardino pensile sono stati realizzati più tardi esono dovuti all’architetto Nanni di Baccio Bigio
La costruzione del palazzo iniziò nel 1515. Al tempo del secondo conte del Monte, Fabiano (1556-69), furono avviati i restauri del loggiato e del cortile interni e della parte anteriore del tetto. Il Vasari decorò le volte del cortile e dipinse quattro tele esprimenti le quattro stagioni nella stanza del cardinale, già detta anche “dorata”, quella oggi posta al primo piano davanti alle scale.
Nel 1822 il Palazzo fu acquistato dal Comune che dopo la dismissione dell’antica residenza del palazzo pretorio vi stabilì gli uffici giudiziari con relative carceri pubbliche: nel 1824 ne furono completati i lavori di riadattamento. Soppresse le preture mandamentali, il palazzo rimase a disposizione dei soli uffici del Comune.
A partire dalla fine degli anni ’70 del sec. XX ne fu condotto un radicale restauro
Il palazzo presenta un'imponente facciata in pietra serena con cinque assi verticali di aperture e con due cornici centrali che ne spartiscono orizzontalmente i piani principali. Il piano nobile presenta cinque finestre architravate a edicola con timpani a profilo alternativamente triangolare e curvilineo: la finestra centrale ha uno stretto balconcino a colonnette.
Da corsoso Sangallo, salendo tre gradini, si entra nel corridoio d’ingresso (con lacerti di affreschi e un grande stemma Di Monte); subito a sin, la sede dell’Associazione dei combattenti e reduci di Monte San Savino, quindi una lapide del 1824 che ricorda il riadattamento di questo palazzo a pretura mandamentale (in quella data esso sostituì l’antico pretorio)
Segue l’armonioso cortile rettangolare formato da un loggiato, con volte a crociera, con tre arcate sui lati lunghi e due su quelli brevi. Le arcate insistono su quattro pilastri angolari e sei robuste colonne con capitello tuscanico. Attraversata, sul lato ovest del cortile, l’apertura centrale della serliana con lesene e architrave, s’imbocca un altro corridoio dal quale è l’entrata alle antiche segrete: ben conservate, queste ultime presentano in buona parte l’arredo originario, porte, pancaccio, un servizio igienico, ecc. Il corridoio termina con un portale che s’apre esternamente su un cavalcavia che attraversa la v. Castiglia e immette sul giardino pensile posto sopra a una grande cisterna d’acqua.
Segue l’armonioso cortile rettangolare formato da un loggiato, con volte a crociera, con tre arcate sui lati lunghi e due su quelli brevi. Le arcate insistono su quattro pilastri angolari e sei robuste colonne con capitello tuscanico. Attraversata, sul lato ovest del cortile, l’apertura centrale della serliana con lesene e architrave, s’imbocca un altro corridoio dal quale è l’entrata alle antiche segrete: ben conservate, queste ultime presentano in buona parte l’arredo originario, porte, pancaccio, un servizio igienico, ecc. Il corridoio termina con un portale che s’apre esternamente su un cavalcavia che attraversa la v. Castiglia e immette sul giardino pensile posto sopra a una grande cisterna d’acqua.
La facciata posteriore del palazzo, con tre ordini di aperture, ha quattro finestre architravate nell’ordine inferiore, altrettante finestrine nell’ordine centrale pertinenti ai mezzanini (già adibiti a carceri pubbliche) e due finestre architravate nell’ordine superiore fra le quali si inserisce, molto elegante, un gruppo di tre aperture (con arco a tutto sesto ornato da voluta) pertinenti all’ufficio del sindaco, di cui quella centrale è provvista di balcone sostenuto da mensole. Della cisterna d’acqua, sulla quale è posto il giardino pensile, si intravedono ancora, sulla fronte su v. Castiglia, le fontane poste dentro edicole e già provviste di mascheroni.
Da questo primo livello del giardino si scende, tramite una scalinata, al secondo livello scompartito da vialetti e ordinate aiuole; sulla sinistra, è visibile il fianco destro della chiesa del Suffragio, appoggiato al quale è quanto rimane del coretto dal quale era permesso ai carcerati assistere alla santa messa. Nel muro di fondo che delimita questa parte del giardino è inserita un’edicola all’interno della quale è posto un Busto bronzeo di Andrea Sansovino (1989) di F. Zazzeri. Si passa quindi in un’altra zona verde, quella già appartenente al palazzo Galletti, oggi occupata dal semicerchio del teatro all’aperto comunale: realizzato nel 1988 (progetto di M. Fagioli, S. Martinelli, A. Leonardi, C. Corsi), quest’ultimo ha cinque file di gradinate divise in tre settori per ca. 500 posti di capienza.
All'interno dell'edificio dal corridoio d’entrata due rampe di scale conducono al pianerottolo del primo piano del palazzo. Nella lunetta sopra la porta che immette nella sala del Consiglio è affrescato (1837) uno stemma del Comune insieme a elementi simbolici relativi alla giustizia. La sala consiliare, rettangolare, decorata sul soffitto e sulle pareti da I. Dini nel 1890 con grandi affreschi degli stemmi civici di Monte San Savino ed Arezzo e delle famiglie illustri savinesi (Di Monte, Contucci, Purazzi, Cungi, Brandini, Ficai, Ciaperoni), ha una preziosa porta lignea del '500. Tornati sul pianerottolo, si visitano, subito a sin, due stanze attigue: una con volta a botte con gli stemmi dipinti dei comuni vicini a Monte San Savino, e un’altra con soffitto decorato a grottesche da R. Guelfi (1895); quindi, sempre dal pianerottolo, si entra nel lungo corridoio-galleria articolato in tre bracci con volta a padiglione, dalle cui finestre si può ancora ammirare il sottostante cortile del palazzo. Sulle pareti del corridoio è sistemata la Quadreria comunale con i ritratti di personaggi illustri di Monte San Savino e di membri delle famiglie regnanti di Toscana, il nucleo più antico dei quali fu realizzato dal pittore locale Francesco Giovannoni nel 1650. Varcato l’arco della serliana posta nell’ultimo braccio del corridoio, percorso un breve corridoio, si entra nell’ufficio del sindaco dal cui balcone si gode una splendida vista sul giardino pensile del palazzo: qui è una tela di D. Sozzini con La Madonna di Vertighe con i Ss. Savino e Vitale (2ª metà del sec. XVII) in cui appare una rara veduta di Monte San Savino.